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Una Vacanza Eccezionale
di Silvia Mendolicchio

 

  In una fredda, freddissima mattina nella città di Clerville Diabolik ed Eva fanno colazione in uno dei loro lussuosissimi rifugi. "Caro, questo freddo mi uccide! Perché non ci prendiamo una bella vacanza in uno splendido posto caldo e assolato?" Diabolik fa finta di non sentire: sulla Gazzetta di Clerville c'è un interessantissimo articolo sull'ultima mostra di elettronica applicata dove sicuramente si possono trovare idee per nuovi congegni di sicurezza e di fuga. Eva si alza facendo cadere la sedia, sbatte la tazza sul tavolo e urla: "Tu!!! Non mi ascolti neppure!!! Ma io in vacanza ci vado anche da sola!". Lui alza lo sguardo dal giornale, le sorride, posa il quotidiano e l'abbraccia baciandola sul collo: "Dimmi cara, dove avevi in mente di andare?" Addolcita Eva apre una rivista di vacanze e mostra la pubblicità di una crociera di lusso nei mari tropicali: volo diretto Clerville-Tropici, imbarco su di una lussuosissima nave dotata di ogni comfort, giro delle innumerevoli isolette dell'arcipelago con soste ed immersioni, rientro a Clerville dopo 15 giorni-17 notti tutto compreso.
  Neanche un gioiello, non un oggetto raro ed inestimabile, nessuna tentazione per il suo stacanovista del furto. Diabolik finge di pensarci su e intanto si perde nello sguardo di smeraldo della sua Eva: è stato un anno pesante dodici furti con fughe rocambolesche, rischi d'essere arrestato, quella "scappatella" folle con la maga di inizio anno, l'ultima follia di salvare Ginko da quella poliziotta pazza. Meritavano proprio una vacanza, non voleva ammetterlo nemmeno con se stesso, ma anche lui ne sentiva il bisogno. Si lascia cullare ancora un poco dalle braccia di lei, tira un lungo sospiro di accettazione :"D'accordo, faremo come vuoi, prepariamoci".
  Naturalmente i preparativi non possono essere semplici per una partenza di Diabolik, nemmeno se si tratta di una vacanza. Lui studia la piantina della nave sino a conoscerla come le sue tasche, prende dettagliate informazioni sui luoghi dove si recheranno con relative ubicazioni di porti, aeroporti e quant'altro, mentre Eva si occupa delle tradizionali cose da donna come le valige, le prenotazioni ed il camuffamento. E' ovvio che non potranno utilizzare le tradizionali maschere in crociera, nemmeno Diabolik è riuscito ad ottenere una plastica capace di abbronzarsi, utilizzeranno mezzi meno tecnologici, ma meno rischiosi (ricordate quella volta che furono scoperti perché le maschere non sudano?), in fondo, poi, chi li conosce laggiù? E soprattutto chi se li aspetta in una crociera di gente normale? Eva tinge i capelli di un bel rosso Tiziano e si fa una bella permanente morbida; Diabolik si fa crescere una corta barba cui dà, come ai capelli, una bella spruzzata di bianco e applica un paio di lenti a contatto rendendo banalmente nocciola i suoi celebri occhi d'acciaio. Così preparati, con soltanto qualche lancia-aghi narcotizzanti e due maschere qualunque per uscire da Clerville si recano all'aeroporto dove si imbarcano insieme ad altri passeggeri qualunque per la loro vacanza.
  Giunti ai tropici tolgono le maschere ed i vestiti invernali, cambiano passaporto e si imbarcano: Eva è raggiante, stretta al suo uomo si affaccia dal ponte più alto per godersi tutti i particolari della partenza imminente. La maggior parte dei passeggeri sono coppie, molte in viaggio di nozze, l'atmosfera è allegra e romantica. La sirena della nave urla, ad uno ad uno vengono mollati tutti gli ormeggi quando il suono di un'altra sirena si sovrappone a quello della nave ed un'auto della polizia si ferma all'imbarco in uno stridore di freni. "Maledizione! - sibila Diabolik - ci hanno scoperto!" "Caro - replica Eva con un leggero tremito nella voce - non è possibile! Saranno qui per qualcun altro!" I secondi passano, non ci sono vie di fuga, se fossero stati scoperti non avrebbero avuto scampo; le loro mani si stringono spasmodicamente ed i loro occhi non smettono di fissare l'auto da cui sta scendendo un agente armato. "Guarda! - sussurra Eva - E' un agente della squadra di Ginko!" "Maledetto ispettore! Sempre tra i piedi! Cosa diavolo ci fa qui?" "Ginko? - Eva si lascia sfuggire un grido - E' qui per noi! Non sarebbe venuto sin qui per nessun altro!" Si voltano disperatamente uno verso l'altro come a trovare una risposta, si stringono convulsamente e tornano a guardare verso il molo: dall'auto esce Altea di Vallenberg che prende Ginko sottobraccio e si avvia con lui sulla scaletta della nave.
  Ironia del destino: anche Altea ha visto la pubblicità di quella splendida crociera ed è riuscita a convincere l'ispettore a prendersi quella vacanza di cui aveva bisogno da tempo. "Che spavento mi sono presa! - dice Eva con evidente sollievo - E' chiaro che Altea deve aver fatto lo stesso mio ragionamento, mi chiedo però con che argomenti lo abbia convinto ad andare cosi lontano per così tanto tempo!" "Ti senti tranquilla? - le chiede con rabbia contenuta - Come pensi di cavartela con quei due tra i piedi? La nave non è così grande da poterli evitare sempre e non possiamo certo rimanere rintanati in cabina per tutto il tempo!" "Perché no? - chiede Eva con sguardo malizioso - Comunque è tardi per qualsiasi decisione: la nave si è staccata dal molo, credo che un tuffo dal ponte attirerebbe troppo l'attenzione, non credi? Dai, non ti angustiare, nemmeno Ginko può immaginare di trovarci qui! E poi non ti diverte l'idea di averlo a due passi, in mezzo al mare, senza vie di fuga senza che lui lo sappia?" detto ciò gli scocca un sonoro bacio su di una guancia e rientra in cabina.
  I giorni passano, inizialmente Diabolik ed Eva rimangono appartati, ma anche una grande nave è piccola, è facile incontrarsi e fare conoscenza; Eva ed Altea hanno molto in comune, per esempio due uomini che non sanno godersi l'ozio, devono sempre fare qualcosa; naturalmente una grande nave è proprio il posto giusto, ci sono un mucchio di "qualcosa da fare". C'è il tiro al piattello, c'è il tiro con l'arco, le freccette, la palestra con gli attrezzi, la sala delle arti marziali. Inevitabilmente due uomini con gusti così simili non possono che incontrarsi, così è possibile vedere Ginko e Diabolik gareggiare e, naturalmente, pareggiare nei vari sport a disposizione. Eva ed Altea, invece, sdraiate ai bordi della piscina non possono che finire per parlarsi: sono le uniche due donne lasciate sole dai loro compagni, gli altri in viaggio di nozze non ne hanno ancora voglia e quelli che festeggiano qualche anniversario se ne hanno voglia non lo dimostrano. Eva si diverte un mondo e racconta al suo compagno i piccoli aneddoti di vita quotidiana saputi da Altea, Diabolik si diverte un po' meno: non riesce a battere Ginko, ci arriva sempre vicino, ma alla fine è sempre un pareggio. Nella cabina dell'ispettore i dialoghi sono analoghi. Ad Altea è molto simpatica questa signora dall'accento bizzarro (Diabolik ed Eva hanno deciso che sarebbe stato molto più semplice mimare un accento straniero che alterare la voce per un tempo così lungo) che ha un compagno così simile all'ispettore, mentre Ginko è esasperato dal fatto che quel signore brizzolato e, forse, più vecchio di lui non si faccia battere mai. "Non so perché, ma mi ricorda qualcuno - dice mentre si stanno cambiando per la cena - non riesco a focalizzare, ma sono certo di averlo già incontrato" " Caro, temo che sia impossibile! Lei mi ha detto che non sono mai stati a Clerville e lui non fa il poliziotto, è un agente di cambio con l'hobby della mineralogia e del fai da te: è un dilettante, ma buon esperto di pietre preziose, inoltre è lui che le ha costruito qualcuno di quei gioielli splendidi che indossa." Il viso di Ginko s'incupisce. non solo lui non sa fare quelle cose, ma non può certo permettersi di regalarle gioielli con lo stipendio da poliziotto, d'altra parte anche la crociera l'aveva pagata Altea, forse avrebbe fatto meglio ad accettare la dedizione di Anna. Scosse il capo, ma che idee gli venivano in mente? Altea gli si avvicina e lo abbraccia, poi gli passa le mani sul viso "Via i brutti pensieri! Questa è una vacanza! Sai, ho invitato i Korlest al nostro tavolo questa sera, così potrò finalmente conoscere quest'uomo che non perde mai!" "I Korlest? - chiede Ginko distratto - Non credevo ci fosse qualcuno che conosciamo su questa nave!" Altea fa un gesto d'impazienza: "I Korlest, caro, ne abbiamo parlato sino ad ora! Ma, scusa, sono dieci giorni che state insieme e ancora non sai come si chiama? Solo voi uomini potete agire così!" "Ma no! E' che lui sapeva già chi ero ed io mi sono dimenticato di chiedergli chi è lui; ma tanto sai già tutto tu, Vero?" Lei gli risponde con una carezza rassicurante sul capo ed esce dalla cabina seguita dal suo compagno.
  La serata si svolge senza incidenti: la conversazione è brillante, i Korlest sono molto simpatici e colti, nessun argomento li coglie impreparati ed al contrario di Ginko Daniel Korlest è un eccellente ballerino. Eva confida ad Altea che le ci è voluto molto per convincerlo ad imparare, ma una volta iniziato è diventato bravissimo. "E' uno che non lascia mai niente a metà: o non comincia affatto, o diventa un maestro" dice con un sospiro, Altea annuisce anche Ginko è così.
  La vacanza è ormai quasi finita, l'ultimo scalo è nel Brales, paese famoso per le sue pietre preziose semilavorate vendute a prezzi molto bassi, naturalmente bisogna essere degli intenditori per non farsi rifilare qualche fondo di bottiglia, Diabolik si offre di fare da consulente agli acquisti di Altea oltre che ovviamente a quelli della sua compagna; Ginko declina l'invito a seguirli adducendo come scusa lo scarso interesse e la poca competenza in fatto di preziosi "Io me ne occupo solo affinché non vengano rubati e non sono bravissimo nemmeno in questo" dice con una punta di amarezza. In realtà vuole approfittare dello scalo in Brales per sfruttare il collegamento Internet con la polizia internazionale che negli altri scali non era possibile: da qualche giorno l'idea di Diabolik lo perseguita e vuole verificare che non sia successo qualcosa a sua insaputa, intanto, già che c'è, potrà cercare qualcosa su Korlest, quel personaggio non lo convince del tutto; non sa perché ma gli ricorda qualcuno che non riesce a ricordare e a definire, è solo una sensazione, ma l'ispettore è abituato a fidarsi del proprio sesto senso, e poi non c'è scopo a seguire quei tre in un mondo che non gli appartiene, Altea può benissimo fare a meno di lui per acquistare pietre preziose, anzi quel Korlest le sarà sicuramente più utile.
  Eva ed Altea cominciarono a pentirsi di aver accettato la consulenza di un esperto: hanno visitato innumerevoli negozietti dove, a parer loro, avrebbero potuto acquistare un mucchio di cose carine, ma inevitabilmente il loro consulente, dopo essersi messo la lente ed aver esaminato le pietre, scuoteva la testa ed usciva seguito alternativamente dalle lamentele o dagli improperi dei negozianti. "Potrei cadere morta direttamente qui - sbuffa Altea accasciandosi su di una sedia nell'ennesimo negozio, a parer suo, ancora peggiore dei precedenti - se il nostro esperto non darà l'approvazione ai nostri acquisti!" Diabolik è seduto con la lente da gioielliere sull'occhio e sta esaminando le pietre scelte dalle due donne, ne scarta qualcuna, se ne fa portare qualche altra, Eva ha raggiunto anche lei i limiti dell'esasperazione: da quando in qua lui compra gioielli? Lui ruba gioielli! Vuoi vedere che la vacanza gli ha dato alla testa?
  "Altea! Carissima Altea! Che meravigliosa combinazione incontrarvi qui!" Le due donne si voltano: sull'uscio è comparso un uomo anziano, in abiti medio orientali ed al dito un brillante che fa certamente impallidire quelli esposti sul tavolino "Mia cara, se cercate delle pietre degne di Voi", sposta lo sguardo su di Eva "e della Vostra amica dovete venire nell'altra stanza!" A quelle parole Diabolik si alza mandando all'aria il tavolino con le pietre e riempiendo di improperi il negoziante, che finalmente, vista la conoscenza di quei clienti che aveva scambiato per semplici turisti, con l'emiro del Sharun, si profonde in scuse ed inchini e li precede nella stanza attigua dove, in un ambiente degno della migliore gioielleria di Clerville, alcune giovani indossatrici stanno mostrando pietre veramente magnifiche ad una giovanissima donna, anch'ella in abiti medio orientali, che in realtà le acquisterebbe tutte in blocco. E' l'ultima fiamma del vecchio emiro, famoso per la sua ricchezza e la sua passione per le fanciulle: più sono giovani e sciocche e meglio è. "Ditemi, cara Altea, siete venuta con un esperto per fare acquisti? Altrimenti Vi darò qualche consiglio io, anche se i miei occhi non sono più quelli di una volta e generalmente mi affido ai miei giovani consiglieri. Questa volta però non prevedevo di acquistare gioielli, ma solo terreni petroliferi e nel mio seguito ho solamente dei geologi." Diabolik si presenta come David Korlest e confessa di avere una certa esperienza in pietre preziose, certo gli acquisti che loro intendevano fare non potevano certo essere della portata di quelli dell'emiro, ma lui era disposto a dargli il proprio parere, per quello che poteva valere. L'emiro lo ringrazia, si siedono entrambi ad un tavolino e nel giro di pochi minuti vengono selezionate una dozzina di pietre diverse, ma tutte di grandissimo valore. L'emiro le farà montare dai suoi gioiellieri una volta giunto nel Sharun per donarle alla sua nuova fiamma, che si dichiara assolutamente non disposta ad aspettare delle settimane prima di indossare almeno qualcuna di quelle pietre stupende: ci sarà pure un modo per farle montare subito, se no a cosa servono tutti quei soldi?
  Ancora una volta Diabolik viene incontro all'emiro: lui è un discreto artigiano, se l'emiro è disposto a fare l'ultimo tratto del viaggio sulla nave con loro, sempre che ci siano delle cabine libere, lui s'impegna a montare alcune pietre in modo rudimentale, certo, ma non privo di fascino.
  Appurato che le cabine sono disponibili, tornano tutti sulla nave con gli automezzi dell'emiro e Diabolik si mette al lavoro nel laboratorio della nave. Eva non è più riuscita a parlargli da sola e quindi non sa esattamente cosa abbia in mente, tuttavia lo conosce troppo bene per non sospettare la sua intenzione di impossessarsi delle pietre; al pensiero viene scossa da un brivido, come faranno a cavarsela così lontani dal loro mondo e, soprattutto, privi quasi del tutto di mezzi di fuga e con Ginko letteralmente alla porta accanto? Allontana il pensiero scuotendo il capo: tanto non può farci nulla, sarà quello che lui deciderà. E' notte inoltrata quando Diabolik entra nella loro cabina, Eva è sveglia e lo accoglie con uno sguardo interrogativo; lui si siede sul letto e le mostra un ciondolo e due orecchini di smeraldo sostenuti da una sottilissima rete di rame "Sono stupendi! - esclama Eva - Peccato che verranno indossati da quell'oca giuliva della concubina dell'emiro!" Lui la guarda e sorride maliziosamente: "Potrei mai permettere che pietre così illuminino occhi meno belli dei tuoi?" e mentre Eva abbozza una protesta le chiude la bocca con un lunghissimo bacio.
  E' mattino, prima di colazione Diabolik ha consegnato la parure all'emiro che si complimenta con lui: quella sera la sua compagna li potrà indossare al gala del comandante e finalmente smetterà di lagnarsi. E' l'ultima sera sulla nave, la vacanza sta veramente finendo, Eva ed Altea si preparano per la serata e nessuna di loro può lagnarsi dei gioielli che indossa, ciascuna, però, sospetta che il proprio compagno le nasconda qualcosa, ambedue gli uomini indossano lo smoking in un silenzio forzato e rispondono evasivamente alle osservazioni delle loro donne. tuttavia, nonostante i loro timori la serata si svolge senza intoppi. Altea riesce perfino a far fare due giri di valzer a Ginko senza troppo soffrirne; la compagna dell'emiro, invece non ha smesso un attimo di cicalare, tagliando panni a destra e sinistra, l'emiro era, fingeva di essere, estasiato da lei, ma era evidente che la riteneva adatta ad uno scopo solo, che non era sicuramente quello di stare in società. Arriva il mattino, si preparano le valige, Eva non osa chiedere nulla al suo compagno, che da parte sua non le comunica le proprie intenzioni, anzi si comporta esattamente come se volesse semplicemente tornarsene a casa. Anche Ginko è pensieroso e distratto, più del solito insomma, Altea ha tentato inutilmente di farsi dire che cosa lo tormenti, ma lui le ha solo detto che a Clerville è tutto tranquillo, il trasporto d'oro della zecca è avvenuto senza incidenti e lui arriverà in tempo per dirigere gli ultimi trasporti di gioielli antichi che verranno esposti al museo nazionale. Sono ai piedi della scalinata, i primi a scendere sono ovviamente i passeggeri altolocati: l'emiro con la sua compagna, Ginko con Altea e, in quanto aggregati, anche i coniugi Korlest; saluti di rito, strette di mano, baci tra le donne e l'emiro che abbraccia indistintamente tutti. Finalmente si caricano le valigie sulle auto e si parte.
  "Presto Eva, tra breve temo che l'emiro si accorgerà che nella borsa che porta appesa al fianco sotto la tunica non ci sono più pietre preziose, ma solo fondi di bottiglia! Non ho saputo resistere. Ho scambiato i sacchetti quando ci siamo abbracciati" Eva si volta con gli occhi lampeggianti "Tu! Ero certa che tutta quella messa in scena con l'emiro avesse un secondo fine! Come faremo a fuggire da qui? Non abbiamo nessuno dei nostri trucchi! Ginko ci prenderà! Siamo su di un'isola." Diabolik ferma l'auto e si volta verso di lei con in mano gli smeraldi che aveva montato la notte precedente, le allaccia il pendente al collo e le aggancia gli orecchini, poi sposta lo specchietto retrovisore "Guarda! pensi che avrei potuto fare tutto questo lavoro per qualcun'altra? - le sfiora le labbra con un bacio - Non passiamo neppure dall'albergo, mettiamo le maschere e prendiamo il primo aereo per il continente, un volta lì prenderemo una coincidenza per Clerville e saremo a casa in meno di un giorno." Eva sembra rasserenata: "Grazie amore, sei un compagno fantastico! Ma non è che hai fretta di tornare per organizzare il colpo al museo nazionale?" Lui sorride enigmatico mentre le porge una maschera e se ne infila una, rimette in moto e si dirige verso l'aeroporto.
  C'è una gran folla davanti all'ingresso del piccolo aeroporto, si vedono un sacco di poliziotti, dagli altoparlanti si invita alla calma "Cosa succede?" chiede una signora bionda e abbronzata sporgendosi dal finestrino della propria auto; il poliziotto interpellato alza le spalle "Hanno derubato l'emiro del Sharun che era di passaggio nel nostro paese; c'è un poliziotto del continente che sostiene che il responsabile del furto è un certo Diabolik che è in grado di assumere le sembianze di chiunque con delle maschere, perciò ha ottenuto di effettuare il controllo del volto a tutti i passeggeri in partenza dall'aeroporto e dai porti, naturalmente questo fa perdere un sacco di tempo, ecco perché c'è tutta questa coda." il poliziotto non coglie il lampo di panico negli occhi della donna e prosegue per la sua strada "Siamo in trappola!" Diabolik ha già invertito il senso di marcia e si sta allontanando dall'aeroporto "Non ti preoccupare cara: Ginko può controllare i volti di chi vuole partire, ma non può tenere sotto controllo tutta l'isola. Affitteremo una villetta appartata ed aspetteremo che le acque si plachino" "Ma non possiamo restare qui per sempre!" geme Eva. "Non dici sempre che non facciamo abbastanza vacanze? Che non stiamo mai abbastanza insieme? Bene, quale migliore occasione di questa?" Nel giro di qualche ora hanno affittato una casetta ammobiliata alla periferia della città e ciascuno dei due ha fatto qualche acquisto per la sopravvivenza. Ginko intanto è sicuro di avercela fatta: prima o poi l'eterno nemico si sarebbe presentato all'aeroporto o con la maschera o con un camuffamento e lui l'avrebbe finalmente catturato. La faccia di quel Korlest gli era sempre sembrata vagamente familiare: tramite internet aveva scaricato le foto di Diabolik e le aveva corrette con il computer sino ad ottenere il volto di Korlest. Naturalmente non aveva prove: le impronte digitali della coppia di fuorilegge erano scomparse da anni dagli archivi della polizia, ma quando era avvenuto il furto non aveva più avuto dubbi ed era riuscito ad ottenere la collaborazione della polizia e del governo locali almeno per qualche giorno.
  Due giorni dopo a Clerville i poliziotti di pattuglia in un quartiere elegante della città scorgono del movimento tra i cespugli della recinzione di una villa, mentre si accingono a scendere dall'auto per indagare vedono un'inconfondibile sagoma nera sgusciare dai cespugli, correre verso il marciapiedi opposto, salire sulla nota auto nera e fuggire a tutta velocità. "E' Diabolik! - esclama un poliziotto - Presto dobbiamo avvisare la centrale e chiedere rinforzi!" "Diabolik? - chiede stupito il collega - Ma non è bloccato in quell'isola tropicale dove c'è anche l'ispettore Ginko?" I due poliziotti si guardano interdetti, quando si riprendono da quella manciata di secondi di empasse l'auto nera si è dileguata. I due si consultano. Cominciano ad avere dei dubbi e non vogliono certo fare la figura degli sciocchi perciò decidono di passare tutto sotto silenzio ed aspettare gli eventi: se ci sarà la denuncia di un furto in quella casa avranno la certezza di non aver avuto le traveggole e ne parleranno con il sergente, lui avrebbe capito e non avrebbe fatto passar loro dei guai; analoghi episodi sono accaduti in altre zone della città, ma tutti i poliziotti coinvolti si sono convinti di aver visto male e nessun rapporto giunge sulla scrivania del sostituto di Ginko.
  La notte successiva scatta l'allarme del museo nazionale, due poliziotti di ronda si precipitano al museo: il portone principale è chiuso, ma si vedono delle luci accese. Nel frattempo arrivano i rinforzi, l'ispettore Credè, che fa le veci di Ginko, ed il direttore del museo. "Nessuno può essere uscito da qui - afferma l'ispettore - abbiamo fatto sistemare delle porte d'acciaio che bloccano le uscite di ciascuna sala quando scatta l'allarme." Il direttore del museo tira fuori le chiavi ed il portone viene aperto: un lampo accecante li investe, quando riescono a vedere nuovamente qualcosa il museo è tutto buio, in fondo al corridoio si intravede una sagoma nera in fuga, si volta un attimo per controllare la situazione ed i poliziotti riconoscono l'inconfondibile balenìo d'acciaio di quegli occhi "Diabolik!" gridano all'unisono e si lanciano all'inseguimento, l'ispettore in testa, ma non si giunge mai a distanza di tiro, fino a che, improvvisamente, la figura nera scompare dietro un angolo e non ricompare più. "Non può essere andato da nessuna parte! - esclama il direttore del museo - Questo è un corridoio cieco, al fondo c'è un muro, ed è intatto!" esclama mostrandolo.
  Nell'auricolare dell'ispettore Credè esplode una voce concitata: "Si è messa in moto un'auto! E' quella di Diabolik! Noi la inseguiamo!" L'ispettore si precipita fuori seguito dai suoi uomini, solo due pattuglie rimangono al museo per effettuare tutti i controlli. Nessuno si è ancora chiesto cosa ci faccia Diabolik a Clerville quando dovrebbe essere bloccato in un isola tropicale e, comunque, cosa voglia rubare al museo visto che i gioielli sono ancora chiusi nella cassaforte della centrale di polizia: l'inseguimento li impegna troppo. Le auto sfrecciano lungo gli ampi viali della periferia della città, non riescono mai ad arrivare a distanza di tiro, dal lunotto posteriore si intravedono le teste di Diabolik ed Eva, la fuga li porta fuori dall'abitato: stranamente sull'ampia strada che porta a Ghenf l'auto nera rallenta: "Attenzione! - urla l'ispettore - Potrebbe essere uno dei suoi trucchi!" "Io provo a sparare." Un poliziotto si sporge ed esplode alcuni colpi: si vede una luce accecante quasi un fungo atomico levarsi dall'auto in fuga "L'ho preso!" esclama trionfante il tiratore. Le auto si fermano, qualcuno tenta di avvicinarsi, il calore è insopportabile, occorrono alcune ore prima che il rogo si estingua: non è rimasto più nulla, solo un povero mucchietto di cenere. Lo stupore è generale: com'è possibile che un'auto con degli esseri umani a bordo bruci così senza lasciare traccia? "Questa volta uno dei suoi trucchi l'ha tradito - dice l'ispettore Credè - sicuramente aveva a bordo qualche sostanza particolare che è esplosa colpita da una delle pallottole. Sarà la scientifica a spiegarci tutto. Ora torno in centrale e telefono a Ginko: la sua lotta é veramente finita.
  Ginko sta discutendo con il capo della polizia e con il primo ministro: è una settimana che porti ed aeroporti dell'isola sono intasati dalla procedura del controllo dei volti, bisogna finirla, il turismo è la vita per loro e gli albergatori lamentano già un discreto numero di rinunce nelle prenotazioni. Tutto sommato quel Diabolik non ha rubato niente che appartenga loro: le pietre erano dell'emiro, che è già ripartito, che l'ispettore continui la sua lotta fuori di lì. Ginko sta cercando di prendere tempo quando squilla il suo cellulare: "Ginko? Sono Credè. Diabolik è morto!" "Cosa?" il volto di Ginko è una maschera d'incredulità: lui ha praticamente chiuso l'isola, nessuno è potuto uscire senza subire il controllo del volto e la distanza dalla terraferma è tale da non permettere una traversata sicura su mezzi di fortuna e comunque ha ottenuto il controllo degli approdi più vicini. "Raccontami cosa è successo" dice crollando sulla sedia con un sospiro di rassegnazione. Il collega gli fa un rapido riassunto "Vuoi dire che non avete il cadavere? - Ginko ha come un ritorno di fiamma: troppe volte è stato ingannato da finte morti - Allora vuol dire che non è morto! Fai fare dei controlli minuziosi. Oppure è qualcuno che, sapendolo bloccato qui ha scoperto uno dei suoi rifugi ed è rimasto vittima di qualche trucco che non ha saputo usare. Cosa dice la scientifica?" "Dice che la composizione delle ceneri è compatibile con il materiale di un'auto e di corpi umani; è presente un'altra sostanza di cui sappiamo pochissimo perché la usano i militari e non hanno voluto dirci molto, solo che è un potentissimo catalizzatore e permette di ridurre in cenere praticamente qualunque materiale senza aver bisogno di strutture particolari come forni ad alte temperature o pressurizzati. Sembra quasi che abbia voluto sparire senza lasciare nessuna traccia di se."
  "Già - replica Ginko, sempre poco convinto - E' proprio questo che mi mette in sospetto." Tuttavia anche Ginko non può insistere ancora a tenere impegnata tutta la polizia dell'isola e quel giorno stesso vengono tolti i controlli sui passeggeri in partenza.
  Nella business class di un aereo in partenza per Landorff è seduta un'unica coppia di passeggeri: si tengono per mano e sussurrano senza interruzione. "E' una vera fortuna che abbiano finalmente interrotto i controlli: cominciavo ad essere stufa di questa vacanza forzata!" "Mia cara, non credo di essere estraneo alla loro decisione." Lei lo guarda interrogativamente aspettando ulteriori spiegazioni. "Ricordi che ho passato quasi tutto il tempo al computer? Mi sono collegato tramite internet con il nostro rifugio computerizzato ed ho inviato alcuni di quei trasmettitori olografici mobili che avevo ideato per il furto al museo in diverse ville di Clerville. Ciascuno di essi trasmetteva una mia immagine in fuga, ho continuato ad inserirli ogni sera sino a che ho saputo che qualcuno mi aveva visto. Allora ne ho inviato uno al museo: sapevo che avrebbe fatto scattare l'allarme e che sarebbero arrivati in forze. Quando sono entrati ho fatto trasmettere un lampo accecante perché la visione non fosse nitida e non potessero capire che era un'immagine olografica, poi quando sono stati tutti in fondo al corridoio ho spento il trasmettitore e loro hanno pensato che fossi riuscito a fuggire. All'esterno avevo fatto arrivare quel prototipo in policarbonato con dentro i nostri manichini e quell'acceleratore di combustione che ho elaborato qualche mese fa: quando sono arrivati in aperta campagna l'ho fatta esplodere, grazie a quell'acceleratore non è rimasto che un mucchio di cenere, anche se la scientifica l'ha esaminata a fondo non ha trovato che sostanze compatibili con l'incenerimento di un automobile e di corpi umani. Per un poco staremo tranquilli. Tutti ci credono morti." Nel dire queste ultime parole l'uomo abbraccia la sua compagna e non si avvede delle due persone che entrano in quel momento, una elegante donna alta e bruna al braccio di un distinto signore dall'aria corrucciata: Altea e Ginko! ...E la storia continua!


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