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Fuga dal Lager
di Marina Imbriani

 

  Al palazzo reale del Kamal, piccolo emirato orientale, si prepara una serata di gala di grande importanza. Tutte le luci della dimora sono accese e il giardino è affollato dagli invitati, che cominciano ad avviarsi verso l'entrata principale.
  C'è aria di grande attesa e i partecipanti in abito da sera parlano della serata come del più grande avvenimento della stagione.
  Fra la folla di orientali e di stranieri si distingue una coppia di coniugi che si tengono per mano e conversano fra loro. Diabolik ed Eva, con i loro veri volti sono arrivati a Kamal per visitare la mostra che presenta dei pezzi molto importanti, tra i quali la corona e lo scettro reale del re di Kamal, che pochi mesi prima è stato rovesciato dall'esercito durante un colpo di stato e ora si trova in esilio.
  Nessuno li conosce in Oriente e quindi sono liberi di girare senza nascondersi dietro la maschera.
  "Caro, sei ancora sicuro di voler tentare questo colpo?" mormora Eva visibilmente tesa.
  "Certamente Tesoro, stai tranquilla, valuteremo adeguatamente i rischi, siamo qui apposta per studiare la situazione".
  "Ma il progettista degli allarmi che abbiamo interrogato ci ha rivelato la presenza di un nuovo congegno che è arrivato in gran segreto a palazzo dall'estero, nemmeno lui sa che cosa sia, ed è impossibile disinnescarlo".
  "Conosco tutti i meccanismi di difesa progettati negli ultimi anni - risponde calmo Diabolik - vedrai che sarò in grado di scoprire di cosa di tratta".
  Una delle sale della mostra è riservata interamente ai gioielli della corona che sono disposti all'interno di una grande teca esagonale saldata su un piedistallo di marmo.
  La stanza comincia a gremirsi di gente, mentre davanti ad un piccolo palco rialzato, disposto per la serata prende posto un uomo alto con il pizzetto, l'aria vagamente minacciosa e i lineamenti orientali.
"Popolo del Kamal - esordisce - vi ho restituito il vostro tesoro, ora questi gioielli appartengono alla gente".
  Mentre scroscia un applauso, Eva si interessa allo strano personaggio.
  "Chi è quell'uomo?" domanda al suo lui.
  "E' il generale Radek, ha rovesciato la monarchia del Kamal con il suo esercito, ora governa il paese, ma non è di lui che ora dobbiamo occuparci".
  Il discorso del militare continua, e intanto, fingendosi una ricca coppia di turisti stranieri i nostri si aggirano liberamente per la sala e hanno la possibilità di esaminare la teca.
  Diabolik analizza i sistemi d'allarme basandosi solo sulla sua esperienza in materia e sulle indicazioni del progettista interrogato sotto penthotal.
  "Benissimo - pensa - tutte le indicazioni erano esatte, le guardie sono presenti solo all'ingresso del, palazzo e la sala dei gioielli rimane incustodita, dopo la chiusura, c'è una finestra, ma è a chiusura ermetica e non ha maniglie di apertura e il pavimento ha i sensori degli allarmi a pressione, una volta attivati faranno scattare l'allarme se rileveranno un peso maggiore di 5 kg, ma quale sarà il misterioso congegno di cui parlava il progettista?"
  All'improvviso il Nostro scorge una nicchia quadrata sulla parete di fronte alla teca, è un sensore scuro simile al monitor di un computer. "Eccolo! - esclama - ora so di cosa si tratta!"
  Intanto Eva, che non è affatto tranquilla, si reca al piano di sotto e servendosi di un piccolo microfono direzionale, cerca di carpire altre informazioni dai discorsi dei guardiani, ma scopre qualcos'altro.
  Le guardie parlano di Radek e del suo sistema di governo, da quello che si può capire dai loro discorsi il generale, famoso per le sue donazioni benefiche ai ceti meno abbienti, gode di grande popolarità fra la gente, in realtà ha instaurato un pericoloso regime dittatoriale che si serve dell'esercito come dell'unico organo di controllo ed è in grado di mettere brutalmente a tacere tutti gli oppositori del governo.
  Le misure restrittive di Radek sono famose fra i suoi soldati e molti sono i politici che hanno operato contro il regime, misteriosamente scomparsi dal carcere di stato.
  "Avete sentito? - chiede una delle guardie - E' stato catturato anche Ivanovich, il capo dei movimenti di rivolta degli ultimi mesi, mi chiedo quale trattamento gli riserverà il Generale".
  "Sparirà come gli altri! - esclama un altro soldato - Nessuno torna indietro".
  Eva rimane in ascolto, era contraria a questo colpo già dall'inizio, agire in un paese straniero, senza appoggi né vie di fuga è troppo rischioso, ma ora la cosa che la spaventa di più sono le misure restrittive inflitte ai prigionieri dell'esercito, se uno di loro dovesse essere catturato durante il colpo sarebbe molto difficile farlo fuggire. Diabolik la raggiunge e insieme escono dal Palazzo reale.
  "Ti prego caro, rinunciamo non mi sento affatto sicura in questo paese".
  "Stai calma, ho calcolato tutto - risponde lui - ho individuato il sistema di allarme di cui parlava il responsabile della sicurezza, e quindi ho risolto il problema più urgente".
  "Che tipo di allarme è?"
  "E' un sistema che rileva il movimento, l'ho visto in uno dei progetti segreti del museo di Clerville, il progettista aveva ragione è difficilissimo ingannarlo, è in grado di segnalare ogni movimento nella sala che superi la velocità di 6 cm al minuto, è impossibile per un essere umano muoversi tanto lentamente, ma ho già in mente la soluzione. Avrò bisogno del tuo aiuto, ma resteremo separati. Nel caso il colpo dovesse fallire, tu saresti in grado di farmi fuggire dal carcere.
  Due notti dopo, due delle guardie incaricate della ronda intorno al palazzo fanno il giro di ispezione.
  "Eva è il momento, è appena terminato il giro di ispezione - sussurra Diabolik da dietro un cespuglio - sai quello che devi fare, avrò bisogno di molto tempo per terminare il colpo, quindi dovrai colpire le due guardie durante il prossimo giro, per evitare che mi scoprano e chiamino le altre".
  Detto questo, il Nostro si avvicina alla parete laterale del palazzo e comincia ad arrampicarsi con l'attrezzatura assicurata dietro le spalle.
  Eva lo segue con lo sguardo. L'ultimo tratto di parete, dove si trova l'unica finestra della sala è completamente senza appigli e il Nostro è costretto a servirsi di silenziosi trapani elettrici per continuare la scalata. Dopo aver tagliato parte del vetro con la punta di diamante, è finalmente dentro la stanza, pronto per entrare nel raggio d'azione del rilevatore di movimento.
  Un tubo telescopico telecomandato scorre lentamente dentro la sala, fino al largo bordo di marmo della teca che fornisce un appoggio, sul tubo c'è un piccolo supporto che comincia a muoversi come su un binario. A cavalcioni del supporto elettrico programmato ad una velocità inferiore a quella del rilevatore, Diabolik scorre lentamente fino al bordo della teca e comincia a lavorare sul vetro con due braccia metalliche che controlla con un telecomando. Gli arti robot sono stati ricodificati in modo da muoversi sempre ad una velocità inferiore a 6 cm al minuto, servendosi dei comandi la teca viene facilmente tagliata. Il tubo telescopico si ritira, ma in quel momento la porta blindata si spalanca.
  Diabolik si trova circondato dalle guardie armate che lo trascinano via ammanettato.
  "Eravamo sicuri che qualcuno avrebbe tentato il colpo".
  "Maledizione cosa è andato storto?" pensa Diabolik.
  All'esterno ammanettata e guardata a vista da altri soldati c'è Eva. I due complici vengono fatti salire su un camion blindato diretti verso una destinazione sconosciuta.
  Dai finestrini polverosi si staglia la sagoma del palazzo del governo, sede ufficiale di Radek.
  Diabolik ed Eva vengono trascinati al cospetto dello stesso generale.
  "Credevate di riuscire a fare il colpo - esclama il militare con un ghigno crudele - ho curato io stesso i sistemi di sicurezza, nessuno, nemmeno gli addetti ai lavori conoscevano tutte le procedure per disinnescarli. Il sensore che azionava il rilevatore di movimento, aveva anche congegno che segnalava l'aumento della temperatura all'interno della sala, era assolutamente impossibile per un uomo eludere la sorveglianza".
  Poi l'orientale si avvicina ad Eva e le prende il volto tra le mani. "Sono desolato - comincia ironico - che una tale bellezza faccia una così brutta fine, ma la punizione che spetta a chi si macchia di un reato così grave in questo paese non ammette attenuanti".
  Le guardie ricevono ordine di portare via i due prigionieri e Eva e Diabolik vengono separati e fatti salire su due auto blindate. Il Nostro è disperato, non si aspettava di essere separato dalla sua compagna e non sa quale trattamento le sarà riservato. Ora che sono stati catturati entrambi non hanno nessuna possibilità di fuggire da un paese straniero.
  Sull'auto con Diabolik c'è un altro prigioniero ammanettato che presenta segni di percosse, gli occhi neri e acuti dell'uomo lo fissano con insistenza. "Stiamo per arrivare a Devensbruck - dice una guardia all'altra - secondo gli ordini questi detenuti devono essere trasferiti nel campo speciale".
  Il Campo di Devensbruck si profila all'orizzonte, una serie di scuri magazzini recintati e circondati da un ampio cortile, siamo in uno dei carceri segreti di Radek, dove i prigionieri subiscono il "trattamento speciale" per dei reati di massima gravità.
  Da lontano Diabolik riesce a scorgere l'altra auto blindata nel cortile, anche Eva si trova nello stesso posto.
  Il giorno successivo una sirena richiama a raccolta i detenuti, Diabolik si rende conto di trovarsi in un vero e proprio campo di contenzione segreta in cui viene assemblato il materiale bellico che serve all'esercito per rimanere al potere, molti dei detenuti sono in realtà personalità di spicco della politica locale, Eva gli aveva riferito i discorsi delle guardie la sera della mostra, ed ora appariva chiaro tutto il meccanismo che permetteva a Radek di rimanere al governo, i suoi nemici venivano "incastrati", coinvolti in falsi giri criminali e messi agli arresti nel durissimo carcere del paese, alcuni sparivano e venivano internati a Devensbruck, ai lavori forzati e contribuivano a mantenere saldo il potere dell'esercito. Sotto il controllo di molti soldati in divisa, molti gruppi di detenuti lavorano in varie zone del campo all'assemblaggio e al trasporto delle armi.
  Diabolik e gli altri vengono indirizzati verso il cortile esterno e cominciano a caricare il materiale sui camion che devono uscire dal campo. Il lavoro è durissimo, molti dopo estenuanti fatiche si fermano e vengono brutalmente indotti a continuare l'opera. Ma non è il lavoro che preoccupa il Nostro che sta cercando il modo per evadere. Le misure di sicurezza del carcere sembrano piuttosto rudimentali, non c'è traccia di congegni di apertura agli ingressi principali, ma i controlli sono stretti e le guardie con i cani al guinzaglio numerosissime.
  Al di là della rete che delimita l'area interna del campo c'è il reparto femminile, dove si possono intravedere le detenute, costrette allo stesso sfiancante lavoro degli uomini e strettamente sorvegliate, i turni di lavoro durano l'intera giornata e Diabolik riesce ad intravedere Eva sono durante la breve pausa per il pranzo, ha l'aria molto provata e si tiene in disparte dal gruppo. Diabolik si rende conto che deve trovare in fretta una soluzione ed uscire dal campo, perché lei non riuscirà a sopportare a lungo la dura prigionia. I due si guardano a lungo da lontano "Amore riuscirò a liberarti!" pensa Diabolik mentre la stanno portando via insieme alle altre.
  Quella notte Diabolik si sveglia di soprassalto, i secondini pattugliano le camerate dall'esterno con le torce e seguono lunghi giri di ronda. Sopra di lui c'è un uomo che lo invita con un gesto al silenzio. Alla luce dei fari che entrano dalla finestra, riesce a scorgerne il volto e i profondi occhi neri, è lo stesso detenuto che era con lui nell'auto che lo ha trasportato fino al campo.
  "Mi chiamo Ivanovich - spiega a bassa voce l'uomo - ho saputo che sei l'uomo che ha tentato il furto dei gioielli della corona"
  "Cosa vuoi da me?"
  "Sono il capo di un gruppo di oppositori, sono stato catturato in un'imboscata, se collaboriamo riusciremo a fuggire".
  "Che cosa devo fare?"
  Il piano di Ivanovich è semplice, ma molto efficace. La fuga era stata organizzata da tempo, nel caso qualcuno del gruppo venisse catturato, gli uomini di Ivanovich conoscevano il campo alla perfezione e erano in grado di colpire nei punti deboli dell'accerchiamento.
  Nei prossimi giorni si sarebbe infiltrato fra le guardie uno dei rivoluzionari per portare un messaggio che avrebbe comunicato al capo il giorno della fuga.
  Gli uomini avrebbero rubato uno dei camion vuoti che arrivavano quotidianamente al campo per caricare le armi e Ivanovich si sarebbe infilato in uno di quelli.
  Il progetto era fattibile, ma c'era un problema, Ivanovich era troppo conosciuto all'interno del campo per potersi muovere liberamente e ricevere la comunicazione dal falso guardiano senza essere notato, Diabolik lo avrebbe fatto al posto suo e in cambio sarebbe fuggito con lui sul camion.
  Il Nostro accetta, è l'unico modo per agire, da solo, infatti, non avrebbe potuto eludere la sorveglianza, le guardie sono troppe e pattugliano continuamente la zona. Una volta libero avrebbe potuto organizzarsi dall'esterno per portare via anche Eva.
  "La guardia con cui devi prendere contatto ha un segno di riconoscimento - gli spiega Ivanovich - un grosso tatuaggio nero che raffigura un serpente, dovrai usare una frase in codice che ti dirò il giorno in cui la vedremo all'ingresso, la pronuncerai a bassa voce e saprai il giorno della fuga e il numero del camion sul quale dovremo salire".
  Il giorno successivo all'alba i prigionieri vengono radunati all'ingresso per cominciare il turno, le guardie sono particolarmente dure e cominciano ad incitarli, Diabolik cerca di scorgere Eva attraverso il raduno delle detenute oltre la rete, ma quando non riesce a vederla comincia ad avere paura per lei, le prigioniere non sono molte e sono tutte facilmente riconoscibili, nessuna viene destinata a compiti particolari, Ivanovich gli aveva spiegato che se i prigionieri non sono presenti all'appello, c'è un solo posto dove possono essere, nel grande capannone che si trova nella parte posteriore del campo adibito ad infermeria, di solito vengono portati lì perché non reggono la fatica e vengono picchiati.
  "Eva dove sei? Non posso uscire dal campo senza sapere cosa ti è successo".
  Diabolik è disperato, ma allearsi con Ivanovich resta l'unica speranza di salvezza.
  Proprio in quel momento scorge la guardia che stavano aspettando, sta entrando insieme alle altre dall'ingresso principale del campo per prendere servizio e mostra sul braccio un grosso serpente, proprio come Il capo dei rivoluzionari gli aveva segnalato. Basta poco per lo scambio di informazioni, nessuno conosce Diabolik all'interno del paese del Kamal, quindi è molto semplice ricevere le indicazioni per la fuga senza dare nell'occhio. La fuga avverrà il giorno successivo secondo le modalità previste. "Ho una notte di tempo - riflette il Nostro - devo sapere subito cosa è capitato ad Eva, questa notte ricercherò di raggiungere l'edificio dell'infermeria e saprò se le hanno fatto del male".
  Quella stessa notte, mentre gli altri prendono posto nelle camerate, Diabolik rimane disteso ad aspettare la ronda.
  Ivanovich gli ha riferito che c'è solo un modo per muoversi all'interno del campo senza essere scoperti, attraverso i magazzini sotterranei dove viene conservato il materiale da assemblare. In genere rimangono sempre aperti e non sono soggetti a stretta sorveglianza perché I pezzi di artiglieria sono troppo pesanti per essere rubati. I magazzini sotterranei hanno un passaggio che mette in comunicazione i vari edifici e, quindi, è possibile arrivare all'infermeria senza essere visti.
  Diabolik deve solo calcolare il tempo di ogni ronda per muoversi indisturbato.
  Dopo la prima botola è costretto a nascondersi dietro le attrezzature del capannone per aspettare che passi la luce delle torce dei guardiani che controllano le rimesse sotterranee.
  Il magazzino dell'infermeria è poco distante e non è sorvegliato che dalla solita ronda, all'ingresso c'è solo uno degli infermieri del turno di notte. Diabolik compare alle sue spalle e in un attimo lo tramortisce e si introduce furtivo nelle sale fra i letti allineati. Ci sono molte donne, alcune orribilmente pestate e le stanze si riempiono di lamenti. Man mano che scorre i letti il suo tormento si fa sempre più grande , se Eva fosse una di quelle donne? Se qualcuna delle guardie l'avesse malmenata? Questi sono gli interrogativi che affollano la sua mente, mentre continua a bisbigliare il suo nome tra le altre malate, Ma di Eva non c'è traccia, non è fra le altre, cosa sarà successo?
  All'improvviso una detenuta dell'ultima sala lo chiama a voce sommessa, è un'asiatica dai lineamenti marcati che ha un labbro spaccato e diversi lividi. "Cerchi la bionda signora?" domanda in una lingua un po' stentata.
  "Cosa le è successo? Dove l' hanno portata?" chiede lui disperato.
  "Ho capito subito che cercavi lei, non si vedono molti europei qui. E' venuta ieri per medicare alcune escoriazioni sulle ginocchia, poi c'era un uomo ad aspettarla, è molto conosciuto qui da noi , è il braccio destro del generale Radek".
  Il Nostro ritorna alle camerate ora più che mai è deve fuggire al più presto per poter ritrovare Eva. Al suo ritorno anche Ivanovich è sveglio e a lui riferisce l'accaduto "L'uomo di cui parlava quella donna - dice il capo degli oppositori - è il colonnello Liebev, diretto collaboratore di Radek, è probabile che la tua compagna si trovi proprio al palazzo del governo". Diabolik ricorda gli apprezzamenti del generale per Eva e sospetta che la lei sia stata trattenuta dallo stesso militare.
  Il giorno successivo durante i lavori di scarico vedono arrivare il camion che aspettavano, alla guida ci sono alcuni degli uomini di Ivanovich con le divise delle guardie, il terrorista e Diabolik si preparano alla fuga, ma mentre stanno salendo sul camion vuoto, uno dei cani comincia ad abbaiare e attira l'attenzione dei guardiani, l'autocarro parte a tutta velocità inseguito dalle jeep dei secondini che cominciano a sparare, Ivanovich viene colpito ad una gamba, mentre Diabolik riesce a rifugiarsi sul fondo del furgone, dove si arma con una mitragliatrice che fa parte dell'attrezzatura dei terroristi e cerca di rispondere al fuoco. All'improvviso si sente un grido, l'uomo alla guida del furgone viene colpito e questo comincia a sbandare pericolosamente, Ivanovich e gli altri rischiano di perdere il controllo del mezzo, ma il Nostro aggrappandosi ai teloni esterni riesce a raggiungere il posto guida e a riprendere i comandi. La fuga si conclude quando i terroristi fanno perdere le proprie tracce e si infilano nei cunicoli della parte vecchia della città, dove raggiungono il loro rifugio, Diabolik va con loro.
  Li aspettano gli altri membri della banda tar cui Kiman il vice di Ivanovich che ha messo in atto il piano di fuga. "Abbiamo atteso con molta ansia il vostro ritorno, tutto è pronto per il secondo progetto - spiega al suo capo - mentre un altro uomo sta medicando le ferite, la nostra azione è prevista per domani notte.
  "Domani attaccheremo il palazzo del governo, - dice Ivanovich a Diabolik - abbiamo perso un uomo, prendi il suo posto, se ci aiuti riusciremo a trovare la tua donna.
  Kiman spiega le modalità del nuovo progetto, si tratta di un piano a lungo preparato, e proposto da un alto esponente del governo di Radek che vuole tradirlo per restituire il trono ai vecchi reali che sono stati fatti rimpatriare in gran segreto. Nessuno, nemmeno Ivanovich, conosce l'identità dell'uomo di stato che ha commissionato l'azione alla banda. I terroristi hanno avuto dei contatti solo con i suoi uomini che si nascondono a palazzo e che forniranno l'aiuto dall'interno.
  La Notte successiva la banda al completo, nascosta in due camion dell'esercito si presenta al palazzo del governo. "Sono prigionieri - dice l'uomo alla guida alle guardie all'ingresso - il generale deve vederli, uno dei due soldati sta per chiedere loro il permesso per entrare, ma l'altra guardia lo tramortisce e li fa passare. All'interno del cortile dopo aver fatto irruzione, i terroristi aprono il fuoco contro le guardie che vengono loro incontro, dai piani alti gli altri soldati cominciano a sparare.
All'improvviso si scatena il panico, le guardie si organizzano in ranghi serrati e rispondono al fuoco, sono molto più numerose degli uomini della banda, ma sono state prese alla sprovvista e possono solo ripararsi dietro i piani più alti del palazzo, dal cortile Kiman e gli altri hanno disposto i grandi furgoni come una trincea e continuano a sparare per tenere occupate i soldati.
  Intanto Ivanovich, Diabolik e altri due uomini, approfittando della confusione si introducono nel palazzo attraverso le fognature. Il capo conosce bene i passaggi, tutte le cartine, insieme al resto della documentazione del piano, sono state fornite dal mandante.
  Una volta all'interno del palazzo del governo fanno fuoco sulle poche guardie rimaste e cominciano a cercare le stanze di Radek. Il generale sta dirigendo gli attacchi verso gli altri e viene colto di sorpresa dall'irruzione nel suo ufficio, le guardie che sono con lui vengono immobilizzate e con lui c'è Liebev, il suo braccio destro.
  "Non riuscirete a salvarvi- esclama il generale, ho ancora molti uomini, non uscirete mai di qui vivi". Il generale viene immobilizzato da Diabolik.
  "Dov'è Eva? Dimmelo subito!"
  "Non l'avrai" risponde il generale, soltanto io e Liebev sappiamo dove si nasconde.
  "Ti sbagli Radek" ora è Liebev, il braccio destro, che parla. Sono io che ho commissionato l'attacco al palazzo, io che ti ho tradito, il re tornerà, sei finito".
  Radek sconvolto crolla a terra e si rivolge a Diabolik ridendo amaramente "Ho fatto rapire la tua donna perché sarebbe stata mia per sempre, è troppo bella, degna di un re, non l'avresti rivista mai più". A questo punto il Nostro gli spara.
  Mentre Ivanovich e gli altri comunicano alle guardie di smettere di sparare, perché il palazzo è stato rovesciato, Diabolik corre nelle prigioni sotterranee, dove, secondo le indicazioni di Liebev, è stata nascosta Eva.
  "Ho avuto paura senza di te" le dice "Paura che ti succedesse qualcosa".
  Eva sta bene, aveva temuto solo che lui non sarebbe riuscito a fuggire dal lager in cui erano stati rinchiusi, ma ora sono salvi entrambi.
  Ivanovich li fa uscire dallo stesso passaggio attraverso le fognature, verso la libertà, lui e Diabolik hanno appena il tempo di stringersi la mano, poi i nostri fuggono attraverso il palazzo in fiamme, mentre Liebev dà i nuovi ordini alle guardie.
  Il giorno dopo all'aeroporto lui ed Eva sentono il comunicato che annuncia alla popolazione del Kamal i recenti fatti, sullo schermo compare Liebev che promette il prossimo ritorno dei vecchi regnanti, il colpo di stato è riuscito. Dietro di lui appaiono gli occhi neri di Ivanovich, ora il suo braccio destro.


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